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ASSIRM INNOVATION INDEX, NEL PRIMO TRIMESTRE 2018 LA CRESCITA DELL’ITALIA RALLENTA, PIU’ DIVARIO DAI PAESI UE

23 Luglio 2018

I dati aggiornati dell’indicatore Made in Italy ideato da Assirm che misura la capacità dei paesi di generare innovazione

  •  L’indice dell’Italia cresce solo di mezzo punto, siamo penultimi in Europa davanti alla Grecia
  • Sul rallentamento pesano fattori non solo economici: cala la fiducia, la fase elettorale ha allontanato l’attenzione sui temi dell’innovazione
  • Il Portogallo mantiene il vantaggio sull’Italia, Svezia, Uk e Germania restano ai vertici, ma Repubblica Ceca e Paesi Bassi potrebbero salire sul podio
  • L’Italia offre terreno fertile all’innovazione, ma non si deve accontentare della ‘sufficienza’
  • Ideato da Assirm, l’associazione delle aziende di ricerche di mercato, sondaggi di opinione e ricerca sociale, Assirm Innovation Index è il primo indicatore made in italy che misura la capacità di un Paese di promuovere e generare innovazione

Il 2018 si è aperto con un trimestre di incertezza per la dinamica d’innovazione del nostro Paese: l’Italia cresce a ritmi rallentati che allargano il nostro divario dalle altre economie europee. E’ quanto emerge dalla nuova edizione, aggiornata al primo trimestre 2018, dell’Assirm Innovation Index (AII), il primo indicatore Made in Italy ideato da Assirm che misura la capacità di un Paese di promuovere e generare innovazione. L’andamento dell’Italia mostra una decelerazione rispetto ai mesi precedenti per effetto di una molteplicità di fattori: contributo negativo alla crescita della domanda estera e degli investimenti, calo della fiducia dei consumatori e delle imprese, la guerra dei dazi innescata dagli Usa sui mercati internazionali, la fase pre- e post-elettorale che ha messo in stand-by l’attenzione sulle tematiche del digitale da parte del mondo politico italiano.
L’anno in corso si è aperto per l’Italia con indice positivo (+0,5), confermando la crescita degli ultimi anni e la distanza dalla crisi del 2012-2013. Tuttavia il nostro Paese recupera potenziale di innovazione a ritmi sempre meno brillanti, proseguendo nel trend di rallentamento iniziato a fine 2017 (l’anno scorso l’Italia è passata da un punteggio 3,6 del primo trimestre, a 4,2 nel secondo, 5,6 nel terzo e 6,4 nel quarto): nel primo trimestre 2018 il nostro Paese allunga solo di mezzo punto sul quarto trimestre 2017 e si porta a un indice 6,9. Il fattore di maggior peso in questo rallentamento è da individuare nel calo degli investimenti e nella diminuzione della fiducia, sia dei consumatori che delle imprese.

Il rallentamento dell’Indice appare risentire di alcuni fattori, non solo economici, ancora in evoluzione. L’economia italiana registra una leggera decelerazione, in linea con l’andamento ciclico dell’area euro ma con alcune particolarità, in primo luogo il calo della domanda estera netta e degli investimenti, che hanno contribuito negativamente dopo gli impulsi positivi registrati nei due trimestri precedenti. Gli altri parametri macroeconomici, invece, mantengono un livello positivo”, osserva Maurizio Pessato, Vice presidente Vicario di Assirm.Un altro elemento di rischio potenziale ha pesato sul risultato del primo trimestre: la prospettiva, delineatasi già all’inizio dell’anno, dell’innesco di una serie di restrizioni commerciali internazionali, paventate dagli Usa, a seguito dell’introduzione di dazi sui prodotti. Infine, anche il periodo pre- e post-elettorale si è fatto sentire in termini di riduzione del clima positivo”, continua Pessato. “Il primo trimestre è risultato molto critico per l’incertezza che ha accompagnato il quadro politico generale e l’influenza cha ha avuto sull’atteggiamento dei consumatori e delle imprese”.

Il rallentamento dell’Italia ha un peso anche nel confronto con i partner europei: l’AII mette in relazione 11 paesi europei (oltre all’Italia, Austria, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Grecia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Regno Unito) e, in linea con quanto rilevato nel 2017, l’Italia non recupera le posizioni perse (abbiamo ceduto il vantaggio competitivo sulla Spagna nel 2014 e nel 2017 siamo stati superati dal Portogallo). Peggio di noi fa solo la Grecia, che, con un indice pari a -8,9 nel primo trimestre 2018, è ben lontano dall’aver risolto la crisi. L’Italia è staccata da tutti i partner europei, tra cui Portogallo (7,8), Spagna (9,6) e Francia (11,7). La vetta è occupata da Svezia (21,4), Uk (18,0) e Germania (17,7), ma i ritmi più veloci di crescita si registrano per Repubblica Ceca e Paesi Bassi. L’Italia rischia di ampliare il divario dalle altre economie.
“L’Assirm Innovation Index mette in luce la necessità che l’Italia faccia ulteriormente convergere gli sforzi sull’innovazione tecnologica, uno dei principali capisaldi per fronteggiare il complesso evolversi della situazione economico-finanziaria – occupazione, produttività, esportazioni –  e dei suoi cicli”, conclude Pessato. Nel nostro Paese, insomma, l’innovazione può trovare un terreno fertile, ma nell’attuale panorama europeo in cui spiccano varie ‘eccellenze’, non basterà un voto di ‘sufficienza’.

L’Assirm Innovation Index è un indicatore sintetico articolato in tre sotto-indicatori: investimento in ricerca e sviluppo (Creation of ideas), condizioni macro-economiche (Enabling conditions), quadro psico-sociale (Economic trust). L’indicatore parte dall’assunto che l’innovazione-Paese sia funzione dell’investimento di quel Paese in ricerca e sviluppo e non solo delle sue condizioni macro-economiche e psico-sociali. L’AII ha variabilità trimestrale ed è calcolato sulla base dell’analisi secondaria di database pubblici (fonte: OECD Statistics) e si avvale degli insight qualitativi interpretativi di un THINK THANK di esperti di Innovazione Economica e Sociale (Accademici, Ricercatori Sociali e Economici, Esponenti Industriali, Policy Makers).

In allegato il comunicato stampa completo.


2018_6_xx_ComunicatoStampaAssirmIndice 1 trimestre 2018.pdf