I SONDAGGI POLITICI. LE BUONE PRATICHE
A differenza degli antichi straw polls e della ricerca di mercato contemporanea, il sondaggio politico è parte rilevante della sfera pubblica e componente vitale del processo democratico. Le sue funzioni fondamentali di legittimazione degli attori politici, di formazione dell’agenda politica e soprattutto di formazione del consenso sollecitano la definizione di standard di qualità più elevati a maggior tutela del ruolo che l’opinione pubblica ha nei sistemi liberal-democratici e della reputazione degli istituti di ricerca.
Oggetto delle buone pratiche proposte in questo documento sono tutti i sondaggi condotti sugli orientamenti politici e di voto degli elettori e più in generale su argomenti politici. Non riguardano metodi e tecniche di anticipazione dei risultati elettorali realizzate con interviste all’uscita dei seggi (exit-polls) o a urne chiuse sullo spoglio delle schede in un campione di sezioni (proiezioni elettorali). Né metodi di previsione dell’esito delle elezioni, anche se basati esclusivamente su sondaggi politici. L’obiettivo è quello di rendere evidenti e verificabili ai competenti e al pubblico le differenze tra sondaggi professionali e non professionali e garantire il massimo della qualità, compatibilmente con le risorse disponibili, nelle seguenti fasi della ricerca.
La redazione de “I sondaggi politici. Le buone pratiche” è stata curata – su incarico del Comitato Standard di Qualità Assirm – da Stefano Draghi, docente di Nuove tecnologie digitali all’Università IULM di Milano, con la supervisione di Edoardo Lozza, professore ordinario di Psicologia del marketing e dei consumi e di Psicologia economica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
I sondaggi politici. Le buone pratiche